Fino a mercoledì, l’attenzione degli investitori era tutta rivolta ai dati: i CPI USA che iniziavano a scontare l’effetto dazi, un PPI tiepido che metteva in discussione quella narrativa e i consumi che restavano sorprendentemente forti. Ma poi è arrivato lo shock politico.
Secondo fonti multiple e credibili, il Presidente Trump avrebbe valutato l’opzione di rimuovere il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. È bastata questa indiscrezione per provocare una vera e propria crisi di fiducia: la curva dei rendimenti USA si è impennata, il dollaro ha perso slancio e la volatilità è esplosa. Il timore che la Fed possa diventare uno strumento politico ha riportato il fantasma del 1970, quando Nixon destituì Burns, con esiti economici disastrosi.