Banche in bilico, Powell in attesa: il verdetto del CPI potrebbe riscrivere il copione del 2025

Scritto il 12/05/2025
da Redazione Forex Gump


L’attuale quadro economico e inflazionistico negli Stati Uniti

L’inflazione negli Stati Uniti si è notevolmente raffreddata rispetto ai picchi raggiunti negli anni scorsi. A marzo 2025 l’indice dei prezzi al consumo (CPI) generale è aumentato del 2,4% su base annua – il livello più basso da settembre 2021 – in calo dal +2,8% di febbraio. In termini pratici, significa che un paniere di beni che un anno fa costava 100 dollari oggi ne costa circa 102,4: un rincaro contenuto, specie se confrontato con l’impennata vicina al 9% annuo registrata a metà 2022. Anche l’inflazione “core” (al netto di cibo ed energia) sta finalmente rientrando: +2,8% annuo a marzo, il minor aumento dal 2021. Questi numeri indicano che il “termostato” dei prezzi si è riavvicinato all’obiettivo Fed del 2%, restituendo fiato al potere d’acquisto delle famiglie. Tuttavia, alcune componenti restano tenaci – ad esempio l’indice degli affitti e diversi servizi continuano a mostrare incrementi sopra la media – sintomo di pressioni inflazionistiche non del tutto scomparse. Il contesto economico generale è misto: la crescita USA ha dato segnali di rallentamento all’inizio dell’anno (complice anche la corsa ad importare beni prima dei nuovi dazi imposti a inizio 2025, che ha zavorrato il PIL del primo trimestre), ma il mercato del lavoro rimane robusto e la spesa dei consumatori regge moderatamente. In questo scenario di inflazione in calo ma economia resiliente, si inserisce l’attesa per un dato chiave: il CPI di aprile 2025, in uscita martedì 13 maggio, capace di influenzare umori di mercato e prossime decisioni di politica monetaria.